17.9.07

Cyrano

Ho voglia di parlare un po' di musica. Qualche giorno fa mi sono imbattuto nelle parole di un'altra di quelle mezze deficienti che si riempiono la bocca di parolone e di cazzetti perchè hanno paura di dire paroline e ingoiar cazzoni. Usava, del tutto a sproposito va da sè, una strofa della canzone Cirano, di Francesco Guccini, per fare una entree variopinta. La canzone in questione è l'unica che io conosca di Guccini, ma mi piace molto. Era una delle poche canzoni per cui aveva una fissazione una mia ex, e devo dire che tutto sommato erano delle milestones. Sperando di non recare offesa all'autore, riporto qui alcuni brani del testo, per spiegare perchè e percome mi senta affine E al personaggio E all'autore stesso. In particolare l'inizio per me che amo il solipsismo è toccante.

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
E andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
Io non perdono, non perdono e tocco! *


Venite pure avanti voi con il naso corto: Cirano è oppresso dalla dimensione del suo naso, si scaglia contro chi non ha anormalità. La metafora è evidente, mi sembra. Lo spadaccino, il nobile, il leale, è in collera con una categoria di persone, che intanto sente diverse da lui. Ma non finisce qui, sarebbe un po' sciocco. E così spiega meglio: signori imbellettati, io più non vi sopporto. Ne ha avuto abbastanza di belletti e signorilità; il suo lessico tradisce tuttavia la "propria" signorilità, diversa da quella imbellettata di chi si agghinda di trucchi per apparir autorevole. Non è opinion mia, ma è scienza sociale che l'autorevolezza sia una caratteristica intrinseca, non ho timore di dire minchiate quando affermo che il cerone, così come i paroloni, non fanno un signore nei modi, non lo fanno nell'essenza. E Cirano dice non vi sopporto più, quindi la sua non è un'idiosincrasia "a pelle". Non ne può più e reagisce come può, dove si sente forte, lui grande spadaccino, nobile signore, poeta. Si erge sullo scoglio del veleno. Non so perchè, ma mi ricorda un po' V. Che dire dei buffoni che campano di versi senza forza? Qui il signor di Bergeràc ce l'ha con chi parla e scrive parole senza forza. La situazione è sottile al riguardo, come si può definire la forza di un verso, la reale consistenza di chi lo recita? Chi può dire se un verso sia frutto di fortuna o se abbia in sè incatenato anche tutto quel significato che trascende il significante vuoto delle parole usate? Io me lo chiedo, non così pare fare Cyrano, che mette tutti al muro, con una facile semplificazione: "avrete soldi e gloria, ma non avete scorza". Chi si sente di smentirlo? Chi ha il coraggio di dire che il successo arride al merito? Ok, può accadere, ma la legge che regola il successo è assolutamente avulsa dal merito. Quindi questo successo consiglia a ciascuno di goderselo. Qui secondo me anche a Guccini sarà venuta in mente la famosa frase sul successo di Warhol. Guccini-Cyrano prende in giro i passi più lunghi della gamba fatti sull'onda del successo, è evidente il suo disprezzo per chi se la tira come un pazzo (o forse sono io che lo dico? che lo leggo? che lo interpreto?) e indossa il ghigno arrogante dell'insolente ignoranza pervicace solenne ed antipatica che ha "il primo della classe". Ammazza quanto sò bravo, ammazza quanto sò figo, ammazza quanto sò macio. Macio, appunto. Che schifo.
Cyrano è un povero cadetto, uno che conta poco nell'esercito, e io sono uno che conta poco nel mondo, però lui non sopporta la gente che non sogna, e io non sopporto gli orpelli con cui si danno tutti le arie da grandi intenditori arrivati (arrivismo appunto) e cercano proseliti in questo nuovo paradiso che predicano. All'amo non abbocchiamo, e al fin della licenza, miei stupidi, tocchiamo.

*Francesco Guccini - Cirano

4 commenti:

Anna Maria ha detto...

Io un Cyrano lo conosco, ma non sono la sua Rossana. Eallora come Cyrano "mi metto a casa e scrivo e scrivendo mi consolo".

Sotto ha detto...

Forse sei la Rossana di un Cyrano che non conosci, o che non sospetti... Tipico dei Cyrani!

;)

Anna Maria ha detto...

In effetti a questo non avevo pensato :-|




:-D

Sotto ha detto...

E tu sei Cyrana di qualcuno, è un casino!!! però è vero, le tue parole a volte sono romantiche come Cyrano