28.2.08

Calliòpe amata, musa delle muse

Bacia le mie dita, bacia la mia mano

Le mie parole, a lungo tempo ottuse

Possano arrestar dalla sua danza il nano,

Possano risplender gli occhi già graziosi

Smettan d’azzuffarsi i bimbi nel pantano;

Dei dell’ade con capi lanosi,

Dalie porgiate a chi mi dona un sorriso

Elfi tutti, adesso siate giocosi,

E voi, elfe, imporporatevi il viso,

Che sebbene il mio animo arda affranto

Il suo tessuto forte non è ancor liso.

Dal cuore del mio cuore sgorga il canto

E già gli aedi vibrano al pensiero

Risorga la fenice dal suo pianto,

E non dalle ceneri, arcano mistero

Precipitevolissimevolmente,

il buio nel mio cuor non è piu nero.

La ruggine rende le rime lente

Ma la carezza nell’alma è calda

Chi scrive adesso più non mente

Che d’amor in ciel ha vista una falda

Discreta ed insperata ed è per questo

Che cosa prima rotta adesso è salda;

Scorre ora il pensiero scorre lesto

Per fare ammenda dei passati errori

Lo sforzo dev’esser manifesto.

In ognun di noi stanno i tesori

Che stavan nelle lodi comandate

Per ciascun core ci saran cori

Per quanto siano lunghe le serate.

Licenziata la catena. Andiamo. Andate.

12.2.08

Le liste

Chi non ne ha mai compilata una, o più? gli inglesi e gli americani fanno liste su base statistica di ogni cosa, ed è capitato in passato che delle persone finissero su liste ben poco simpatiche. Io una volta tenevo nel portafogli un pezzo di una canzone dei Pink Floyd, Dogs, che era in sostanza una lista. Una lista di persone che sarebbero poi divenuti i "cani" di cui la canzone parla. Queste persone non risultavano particolarmente gradevoli dall' affresco che Waters dipingeva. Erano pronte a carpire la fiducia altrui in modo da avere la possibilità di piantare il coltello in mezzo alle scapole, erano destinate a portare con sè il peso di un masso che quando poi fossero divenuti stanchi li avrebbe tratti a fondo, in un oblìo che io ho sempre immaginato freddo e buio e senza respiro. Io non ho mai desiderato diventare un "cane", sebbene i cani siano fra i miei animali preferiti. Però le persone-cane non sembrano davvero granchè.

Ieri poi ho fatto uno di quei test sciocchi dai quali non riesco mai a sottrarmi, ed alla fine delle domande settorializzate per peccati capitali c'era la domanda quali persone odi? Ora l'odio è un sentimento piuttosto raro, per lo meno per me. Certo, il 98% delle persone che non sa esprimere le sfumature sentimentali con adeguate sfumature linguistiche, o che semplicemente non è in grado di discernere la differenza fra un sentimento ed un altro dice spesso "io adoro quello Yogurt" oppure "mi fa schifo quel fumetto". Ora a me viene in mente una persona che monta un altare con un sancta sanctorum in cui giace un vasetto di latte fermentato aromatizzato, e ogni tot di tempo dei sacerdoti e delle sacerdotesse del culto sgozzano tre o quattro vitelli per segno di adorazione allo Yogurt. Oppure immagino una persona che cammina tranquillamente davanti ad un'edicola quando improvvisamente si piega vomitando per un fumetto schifoso.

Ok, sono iperboli. Ma si esagera. Estendendo si esagera spesso nel dire chi si odia o si ama. e così mi son fermato un po' a pensarci.

Odio le persone false e ipocrite? No, non le odio, semplicemente rimango basito di fronte ad una bestemmia della vita. Chi è falso o ipocrita vive una menzogna, ed ogni suo barlume di vita è tale.

Odio le persone subdole e vigliacche? Nemmeno queste le odio, anche se mi danno un fastidio maggiore di quelle false e ipocrite. Intanto chi è subdolo è spesso un po' vigliacco, ecco perchè insieme. Chi è vigliacco manca di coraggio, e se è ambizioso diventa subdolo. Quindi da una mancanza, per ottenere un risultato, sconfina nella nequizia. Mi fa incazzare. Alla larga.

Odio le persone frivole e menefreghiste? No, neanche queste, anche se in eventuali scontri d'opinione, di carattere, o che so io, è molto facile che contro questi difetti si scagli la mia ira (neanche troppo difficile ad accendersi, va ammesso).

Quelle che odio sono le persone cattive. Quelle sadiche, che godono nel vedere o peggio ancora causare dolore altrui. Queste le odio. E così ho agguinto un nuovo piolo alla mia scala etica.

6.2.08

Credevo fosse un turpiloquio, ma era filosofìa.

E la continua vanità del tutto ha la parvenza di una bella rima che non abbia significato sapiente. Allora la sapienza e la rima sono materasso e coltri per l'animo stanco.

Calliope, Clìo, Erato, Euterpe, e tu Pallade Atena
Che di rime e conoscenze piegate la mia schiena
Se ancor vi ricordate di un uomo che v'invochi
Siategli amiche ed accendete i suoi fuochi.

Se la morte non fosse, se il tempo si ripetesse all'infinito ciclico, senza possibilità di oblìo, di termine o di pazzìa... quanti sarebbero fieri del proprio? quanti si accettano solo per compromesso col tempo?

In ogni alba riconoscerai una luce uguale,
E sarà tua grandezza distinguere il male
Dal buono che vedrai, e che ti farà amare
quel giorno ed ogni altro, finchè a te pare.

1.2.08

Tra echi di brindisi e fuochi *

E cosa succede quando si perde un pezzo di sè? Ci sono echi di racconti dentro me che parlano di uomini feriti in guerra, cui era stata amputata una gamba, e che sentivano dolore o fastidio dove non avevano più l'arto mancante. Dev'essere un qualcosa collegato alle sinapsi, che devono essere rimappate. Cioè, io mi dico, le sensazioni viaggiano su strade elettriche, ed indovinano la strada che devono prendere un po' come succede all'instradamento informatico. In pratica una fiamma scotta un dito, e da questo partono delle informazioni in forma elettrica che viaggiano su una rete simile a quella autostradale.

La sensazione di bruciatura passa attraverso vari caselli, e viene da questi indirizzata verso la strada corretta fra quelle possibili da quel momento in poi, secondo delle leggi che quella postazione conosce. Alcuni di noi hanno dei problemi con le sinapsi neurali, come quel cretino del mio amico Sahittha, che tu lo pizzicavi in ricreazione e quello si lamentava alla quinta ora. Suppongo che questo possa essere preso come un esempio di problemi sulla rete neurale, neuronale o come diavolo si chiama.

Non dimentichiamo che siamo sempre nel campo delle mie personali cretinerie senza abbastanza conoscenze. Uno stregone. Ecco, adesso io presumo che nel momento in cui un soggetto emozionalmente neutro riceve uno schiaffone partono dall'evento due diverse sensazioni (complesse e coniugate) una corporale ed una emozionale. Il dolore dello schiaffone sulla pelle e quello sulla psiche lasciano il corpo infliggente per trasferire la loro quantità di moto sul corpo ricevente.

Così come sulla rete sinaptica passano le informazioni del dolore corporale, mediante un'altra rete è evidente che si spostano quelle dell'umiliazione, rabbia o che altro, e che poi invece che raggiungere il cervello come la sensazione di schiaffo raggiungono invece l'anima. Così mentre la faccia riceve il consiglio di spostarsi (perchè il cervello non è mica scemo, è una mente lui), l'anima consiglia invece come prima cosa di domandarsi il perchè. Quindi prima richiede ulteriori informazioni, poi semmai si protegge, o che altro.

Capita anche che l'anima possa subire delle mutilazioni paragonabili alla perdita di un occhio o di un braccio. Quantomeno questa è la similitudine che è venuta a me qualche giorno fa al risveglio. Era come se parte della mia vista fosse offuscata e sentivo un vuoto dove ci doveva essere il braccio, la spalla e mezzo petto. A quanto presumo (presuntuoso, sì) in seguito ad un intervento di amputazione di un arto, magari i centri sinaptici inviano informazioni pazze per un po', poi si autoprogrammano di conseguenza alla nuova realtà.

E magari la stessa cosa, in linea con il vecchio adagio secondo cui il tempo cura tutte le ferite, accade anche all'orbo nell'anima, le strade della propria rete comunicativa interna si riequilibrano. Credo però che i tempi di reazione siano intrinsecamente diversi fra le relazioni organiche (il monco non "sente" più la mano) e quelle spirituali (l'orbo dello spirito non vede più la "zona nera"), le seconde strutturalmente più lente, anche visto che prima l'anima si informa, poi agisce.

Ma c'è ancora di più: infatti il corpo non può far ricrescere la mano amputata, a meno che non sia il corpo di una cheerleader statunitense alle prese coi suoi superpoteri, laddove l'anima è invece in grado di rimpiazzare il vuoto, la mutilazione e la ferita, ritornando a pienezza, a conclusione, a sè stessa. Infatti giorno dopo giorno possono nascere nuovi tessuti spirituali, possono essere irrorati, educati, allenati, vissuti. La vita in noi, nel nostro spirito risorge e si rinnova. E così sia.

*il titolo è una frase di una bellissima canzone di Vinicio Capossela, Morna.