Hai ragione, amico mio, mio mentore. Non fa per me la semplicità. Fanno per me la poesia, il romanticismo, lo struggimento. Fa per me il pensiero, ed il sentimento pure. "Così facile ridere, così semplice odiare, ci vuol stomaco per esser gentili e cortesi". Questa che segue è la mia ultima poesia, non ne scriverò più.
Un ricciolo cesella il bronzo con la notte,
miscela in un gioiello scaglie di stelle rotte
con aria, cotone, colore e respiro
Aspetta lancetta, aspetta un altro giro,
E fanne se puoi pure uno al contrario
Portami con te, un minuto indietro
mi porti più indietro, un millimetro un metro?
indietro mi porti, indietro di un minuto,
dal frastornante sguardo a quel sorriso muto
mille anni, di nuovo, nel mondo in avanti
nel mondo veloce mille miglia distanti?
Che tanto non importa, è sempre più vicino
Al din d’un campanello, al don d’un cucchiaino.
E come un uccellino mi mangia dalla mano
Il suo miglio, marino, un miglio lontano
Un uccellin di Odino, un corvo sognatore
Al fin della licenza mi becchetta intorno al cuore,
Mutando come il tempo da giorno in notte fonda
Celandosi d’istinto in un ghigno da Gioconda,
S’appiattisce sulla tela, si spalma sul divano
Un demone ricciuto, un angelo sovrano.