Cosa succede dentro una persona? a parte il sangue che scorre, gli enzimi che enzimano, la biologia ci dice cosa avviene per ingressi solidi, ma per le esperienze morali abbiamo poche certezze. Abbiamo tante teorie più o meno funzionanti, di psicologia, di psicoterapia, di psicanalisi, per discutere, divertere, indagare. Ma non abbiamo la psicofisica, cioè una scienza che schematizzi i comportamenti dei quanti di morale che compongono le nostre esperienze.
Mi viene facile credere che dentro ciascuno di noi sia un piccolo universo, con il suo caos, il suo big bang, espansione accelerata, inflazione, creazione di galassie, pianeti, vita. Come una nube le emozioni e le sensazioni permeano il nostro corpo, innegabilmente, impetuosamente, incessantemente. Conscio del fatto che sto per sparare una tremenda quantità di stronzate senza il benchè minimo fondamento scientifico che non sia quello del mio bagaglio culturale mi arrischio a proporre l'idea che il progresso umano di ciascuno abbia un proprio moto di deriva.
Cioè ad ogni indivviduo, nel corso della propria esistenza, è associato un progresso umano, che va inteso come archetipo e non già alla stregua di mera carriera. Dal momento in cui si nasce fino al momento in cui ci si spegne si compie un percorso, è questo non dovrebbe essere un concetto ardito. Tale percorso, io dico, è descrivibile, in analogia con un punto luminoso nello spazio buio (ma perchè buio? dai, non troppo buio) da un moto, al quale la fisica associa diverse leggi. Io suppongo (supposta mia, se non attrae dovrò farne uso) che tale moto abbia un moto.
Ecco, qui onestamente si entra un po' più nello specifico, il concetto non sarà difficile per chi mastica un po' di cinematica, ma altrimenti c'è bisogno di qualche spiegazione in più. Ritorniamo al puntino luminoso, che rappresenta il fluire delle emozioniconoscenzesensazioni, che vaga in uno spazio che rappresenta lo spirito, l'anima ed in un certo senso il bagaglio di esperienze umane. Immaginiamo di fotografare il punto luminoso in un momento qualsiasi: esso risulterà immobile, come risulta ferma la pallina da tennis fotografata durante un match.
Ma sappiamo che la pallina da tennis non è ferma, perchè ad essa è stata impressa una forza che le ha fornito energia. Lo stesso dicasi per il puntino luminoso, lo fotografiamo quando è fermo, ma fermo non sta, perchè sempre il progresso umano interiore fornisce esperienze, riflessioni, sensazioni, che sono la sorgente di energia per il famoso puntino. Se osservassimo il puntino luminoso di un bambino in corrispondenza con il periodo in cui egli va a scuola, per esempio nei cinque anni delle elementari, sarebbe lecito aspettarsi di osservare che il moto del puntino segua una traiettoria, per esempio elicoidale nello spazio. (questo perchè ciascun moto può essere ridotto ad un moto elicoidale, volevo tirarmela un po') .
Fino adesso non ho detto altro che una bella pentolata di banalità, nè utili e nemmeno comprensibili. Potrebbe essere. Ma io dico che se osserviamo la traiettoria del puntino luminoso di uno spirito il cui corpo ospitante sia privo di stimoli esterni, per esempio un giovane deluso, una ragazza chiusa in casa, un operaio che non ha lavoro, un manager che è in anno sabbatico, io dico che non lo osserveremmo immobile. Così come non stanno senza far nulla gli organi pulsanti, così come il cuore non batte solo quando si corre, il progresso personale umano è un processo organico, che imprime al puntino luminoso un moto anche in assenza di esperienza diretta (in quell'intervallo di tempo).
Credo che sia un processo che si attiva partendo dalle esperienze primordiali che abbiamo nel dna, che si fondi poi sull'insieme delle regole e delle leggi che lo spirito (qui ci dovrebbe essere una distinzione fra es, io, superio, microio e cose varie) ha accettato come proprie, e che in assenza di forze esterne nuove proceda autonomamente. Per quanto tempo? Per quanto tempo uno spirito privo di stimoli continua a progredire? virtualmente all'infinito, suppongo, almeno secondo il computo degli anni umani. Senz'altro potrebbe farlo fino al termine della vita biologica dell'ospitante.
Ma chiunque ha osservato che esistono casi di non progresso, di progresso invertito, di progresso assente. E anche questo può essere spiegato: gli stimoli infatti possono essere positivi oppure negativi, possono cioè fornire ulteriori forze ed energie nella direzione del moto del puntino luminoso nel suo bello spirto, come anche opporvisi (masochismo?) fino magari a controbilanciare esattamente le forze propellenti! Tutto questo per dire che anche se sembra che sto a casa a non fare un cazzo, in verità qualcosa dentro di me succede. Che poi sia inutile e io debba impiegare meglio il mio tempo, bè, son daccordo. Infatti chiudo.
Questa riflessione mi è stata ispirata da una discussione avvenuta sul forum di Libri che frequento. Ecco il link alla discussione
Mi viene facile credere che dentro ciascuno di noi sia un piccolo universo, con il suo caos, il suo big bang, espansione accelerata, inflazione, creazione di galassie, pianeti, vita. Come una nube le emozioni e le sensazioni permeano il nostro corpo, innegabilmente, impetuosamente, incessantemente. Conscio del fatto che sto per sparare una tremenda quantità di stronzate senza il benchè minimo fondamento scientifico che non sia quello del mio bagaglio culturale mi arrischio a proporre l'idea che il progresso umano di ciascuno abbia un proprio moto di deriva.
Cioè ad ogni indivviduo, nel corso della propria esistenza, è associato un progresso umano, che va inteso come archetipo e non già alla stregua di mera carriera. Dal momento in cui si nasce fino al momento in cui ci si spegne si compie un percorso, è questo non dovrebbe essere un concetto ardito. Tale percorso, io dico, è descrivibile, in analogia con un punto luminoso nello spazio buio (ma perchè buio? dai, non troppo buio) da un moto, al quale la fisica associa diverse leggi. Io suppongo (supposta mia, se non attrae dovrò farne uso) che tale moto abbia un moto.
Ecco, qui onestamente si entra un po' più nello specifico, il concetto non sarà difficile per chi mastica un po' di cinematica, ma altrimenti c'è bisogno di qualche spiegazione in più. Ritorniamo al puntino luminoso, che rappresenta il fluire delle emozioniconoscenzesensazioni, che vaga in uno spazio che rappresenta lo spirito, l'anima ed in un certo senso il bagaglio di esperienze umane. Immaginiamo di fotografare il punto luminoso in un momento qualsiasi: esso risulterà immobile, come risulta ferma la pallina da tennis fotografata durante un match.
Ma sappiamo che la pallina da tennis non è ferma, perchè ad essa è stata impressa una forza che le ha fornito energia. Lo stesso dicasi per il puntino luminoso, lo fotografiamo quando è fermo, ma fermo non sta, perchè sempre il progresso umano interiore fornisce esperienze, riflessioni, sensazioni, che sono la sorgente di energia per il famoso puntino. Se osservassimo il puntino luminoso di un bambino in corrispondenza con il periodo in cui egli va a scuola, per esempio nei cinque anni delle elementari, sarebbe lecito aspettarsi di osservare che il moto del puntino segua una traiettoria, per esempio elicoidale nello spazio. (questo perchè ciascun moto può essere ridotto ad un moto elicoidale, volevo tirarmela un po') .
Fino adesso non ho detto altro che una bella pentolata di banalità, nè utili e nemmeno comprensibili. Potrebbe essere. Ma io dico che se osserviamo la traiettoria del puntino luminoso di uno spirito il cui corpo ospitante sia privo di stimoli esterni, per esempio un giovane deluso, una ragazza chiusa in casa, un operaio che non ha lavoro, un manager che è in anno sabbatico, io dico che non lo osserveremmo immobile. Così come non stanno senza far nulla gli organi pulsanti, così come il cuore non batte solo quando si corre, il progresso personale umano è un processo organico, che imprime al puntino luminoso un moto anche in assenza di esperienza diretta (in quell'intervallo di tempo).
Credo che sia un processo che si attiva partendo dalle esperienze primordiali che abbiamo nel dna, che si fondi poi sull'insieme delle regole e delle leggi che lo spirito (qui ci dovrebbe essere una distinzione fra es, io, superio, microio e cose varie) ha accettato come proprie, e che in assenza di forze esterne nuove proceda autonomamente. Per quanto tempo? Per quanto tempo uno spirito privo di stimoli continua a progredire? virtualmente all'infinito, suppongo, almeno secondo il computo degli anni umani. Senz'altro potrebbe farlo fino al termine della vita biologica dell'ospitante.
Ma chiunque ha osservato che esistono casi di non progresso, di progresso invertito, di progresso assente. E anche questo può essere spiegato: gli stimoli infatti possono essere positivi oppure negativi, possono cioè fornire ulteriori forze ed energie nella direzione del moto del puntino luminoso nel suo bello spirto, come anche opporvisi (masochismo?) fino magari a controbilanciare esattamente le forze propellenti! Tutto questo per dire che anche se sembra che sto a casa a non fare un cazzo, in verità qualcosa dentro di me succede. Che poi sia inutile e io debba impiegare meglio il mio tempo, bè, son daccordo. Infatti chiudo.
Questa riflessione mi è stata ispirata da una discussione avvenuta sul forum di Libri che frequento. Ecco il link alla discussione
10 commenti:
Mi piace questa tua teoria sui puntini luminosi!
I periodi di riflessione e solitudine servono per una crescita interiore...Come tu dici aiutano molto però anche gli stimoli dall'esterno...
Mi hai dato lo spunto per il mio prossimo post...Si tratta sempre di "puntini luminosi" ma di un altro tipo :D
Hai toccato un argomento che mi interessa molto... E ti posso dire che sono arrivata, più o meno, alle tue stesse conclusioni.
Inizialmente forse per giustificare un'apparente immobilismo (dicesi fancazzismo) che mi procurava non pochi sensi di colpa.
Eppure a distanza di mesi, in cui di acqua ne è passata sotto i ponti, mi trovo a constatare come anche occupazioni apparentemente banali e ludiche si stanno ora rivelando utili e formano parte integrante della mia crescita umana, spirituale e professionale.
Tutto 'sto panegirico per dirti che l'ozio non è sempre il padre dei vizi. [Arieccola, co' ste frasi fatte :)] E che anche in questo gli antichi romani ci avevano visto giusto.
Che poi mi viene in mente che anche in apparente assenza di stimoli, ce ne possono essere molti altri di cui non ci accorgiamo perchè sono impercettibili o magari sottovalutati dai nostri occhi troppo abituati ai ritmi frenetici della vita occidentale.
Anche quando non faccio niente, la mia mente è in continuo movimento. E continua a mandare i suoi input, anche se non sempre positivi, come giustamente hai fatto notare tu.
Fare niente...non so in effetti quando si possa dire di non fare niente. Certo, un atteggiamento da "fancazzista" prolungato può portare ad intorpidimento di fisico, mente ed anima, ma io penso che a volte c'è bisogno per ciascuno di noi di periodi in cui i nostri pensieri devono essere liberi di spaziare senza freno alcuno, e ben venga il momento in cui sembra, e sottolineo sembra, che stiamo a casa senza fare un cazzo.
Ciao Sotto!
PS: ho fatto proprio bene a nominarti come Thinking Blog! :-D
"Strambi pensieri offerti da Sottocolle" :D
Ho scritto una marea di elucubrazioni anch' io, su fogli sparsi nelle ore buche all' università :D
(Sento un forte piacere nel non essere la sola)
Sono un fan della fisica, avrei voluto studiarla, però credo che, per quanto riguarda i movimenti interni non fisici, sia tanto bella la scoperta momento per momento senza regole ferree che stabiliscono come andranno le cose :)
Trovo molto suggestiva ed evocativa questa immagine di puntini luminosi alla deriva, per descrivere i moti dell'anima, il fluire inarestabile di emozioni, conoscenze,sensazioni che vagano nello spirito. Immagino il moto dell'anima come un moto perpetuo lungo una traiettoria infinita. Un moto che rimane costante nel tempo senza alcun intervento esterno,(lavoro, occupazioni e quant'altro) un sistema privo di dissipazioni, insensibile agli attriti, contro qualsiasi principio di Planck e la cui sorgente di energia è il progresso umano interiore, il viaggio dell'Io. Per viaggiare basta esistere, scrive Pessoa “passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo, o del mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi”.
Secondo me ciò che più arresta i “nostri puntini luminosi” è il tedio: Pensare senza che si pensi, con la stanchezza di pensare, sentire senza che si senta, con l'angoscia del sentire; non volere senza che non si voglia, con la nausea di non volere, tutto questo sta nel tedio senza che vi sia tedio, e del tedi è soltanto una parafrasi o una traslazione.Consiste in una sensazione diretta, come se sopra il fossato del castello dell'anima si alzasse il ponte levatoio e fra il castello e le terre circostanti restasse il poterle guardare senza poterle percorrere. É un isolamento di noi in noi stessi, ma un isolamento dove ciò che separa è stagnante come lo siamo noi: acqua sporca che circonda la nostra impossibilità di capire.è un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima.
Bellissimo post.
Mi trovi completamente d'accordo e ti dirò di più, credo che la psicofisica come la chiami tu esista eccome, e credo anche che siano stati scritti libri al riguardo. Per esempio Gregg Braden di sicuro ha affrontato un argomento simile, anche se in campo più spirituale.
Non so, quello che dici a me sembra giustissimo e anzi mi chiedo come potrebbe NON essere così.
Tutti noi siamo programmati per il viaggio, per il percorso, per il semplice fatto che in natura non esiste energia che resti uguale a sè stessa, ma tutto si trasforma, sempre e incessantemente, e il moto vince sulla stabilità.
Riguardo poi lo stare senza far nulla, io ad es. ti posso dire che gli anni più importanti della mia vita sono stati quelli dai 22 ai 30, in cui sono stata socialmente inutile, apparentemente senza far nulla o quasi: ma se non avessi vissuto quegli anni forse adesso nemmeno sarei viva. Se ripenso alla me di prima, sono un'altra persona, completamente e totalmente: e ho avuto bisogno di quell'apparente inerzia per diventarlo. Ma quei puntini luminosi dentro si sono caricati sulle spalle il mondo intero... :-)
@Silvia: Sono contento dei esserti stato d'ispirazione. In realtà io credo che un buon equilibrio di riflessione ed azione sia l'ideale, ma in pratica non ci si deve affannare troppo perchè poi si esauriscono le energie, e non ci si deve sedere troppo perchè poi invece le troppe energie ci bruciano.
@MusEum: Sapevo che con queesto post stavo toccando delle corde che avrebbero risuonato con la tua sensibilità. E quello della vita occidentale è un tasto che invece risuona in me. Troppi "input", tu dici. E io confermo, ciascuno di quelli cambia il vettore velocità, in direzione, modulo oppure verso, della nostra stella (se poi è danzante siamo dei nicciani). Mannaggia che non siamo più gli antichi romani, mannaggia. Per noi è abbastanza più complessa.
@Drugo: Vero, è un atteggiamento drughesco. Ma attenzione, io parto dalla base che il fancazzismo è ok. Dico che l'immobilismo non è solo quello del fancazzismo, è forse quello di chi si rifiuta di progredire, ostinandosi. Questo è contro sè stessi, contro l'evoluzione e contro la mia bellissima teoria dei puntini colorati dell'ammore. Per la puttana, Drugo, dobbiamo scolarci ste due pinte, e presto! Grazie per la nominescion.
@Anna: Vedi? adesso tocca a te fare un post con un raccontino romantico e surreale... ops, ma quelli li fai già... :)
@Baol: Concordo sul fatto che sia molto più bello scoprirsi momento per momento, è una cosa libera e un segno di grande apprezzamento per la vita. Ma io sento talvolta di dover fare ricerca, e quello che so è dal retaggio del classico e da troppe materie scientifiche all'università. Così mi confondo anche io. Ma che possiamo farci? :P
@Miulia: Attenzione! non i moti delle emozioni nell'anima, ma il contrario! quello delle anime in un campo di emozioni! Sai i principi che limitano la fantasia, quelli della quantistica, per intenderci, quelli che sembravano delle scoperte definitive, sono ormai quasi del tutto superati. E come poteva non essere così? erano troppo aridi, e non avevano attinenza con quel che succede dentro di noi. Io non so se la nostra traiettoria è infinita, nè se è un moto perpetuo, sono certo che potrebbe darsi, e che la mia traiettoria è elicoidale. Ora non so se sto sparando una stronzata, ma credo che sia anche il moto che segue la terra nel suo avvicinamento alla costellazione di Ercole. E quanto al tedio sono assolutamente daccordo. Io lo immagino come le catene di Melkor, che aggrediscono e mordono la carne, risucchiando anche energie. La tua descrizione è molto sentita, e suggestiva. Giù da quel ponte levatoio ci sono tutte le fattorie che danno grano, ci sono le foreste che danno cacciagione, non c'è ragione di stare troppo sotto assedio. Di se stessi, per di più! :D
@Daniela: Gregg Braden. Ora mi informo. Non è la prima volta che dico qualcosa senza sapere che qualcuno l'ha già detta. Per esempio quelle casse che regolano la diffusione del suono in funzione della forma della stanza fatte dalla Bang & Olufsen mi hanno fatto rosicare. Ma non divaghiamo. Grazie per le belle parole, però devo aggiungere una postilla ad una delle cose che hai detto. Il moto vince sulla stabilità, infatti, solo se l'energia è superiore a quella che vincola il corpo, e se è diretta in un verso opportuno. Il moto farebbe cadere i balconi se non avessero dei vincoli a sostenerli e tenerli inchiodati e degli ipervincoli che li tengono sorretti. Così ciò che deve star fermo è sicuro di farlo. Secondo me , e l'ho fatto anche io, siamo in grado di ipervincolarci alla stasi. E c'è anche chi non ha più le energie di sbloccarsene. Immagina una miriade di puntini luminosi in viaggio in uno spazio confortevole, delimitato da schermi, e qualcuno di questi preziosi puntini che va sparato verso uno di quegli schermi, e quello, come una carta moschicida cattura una lucciola...
Tu devi avere un'energia, un qi, di tipo più intenso e più nobile, se anche nella stasi sei riuscita a sublimare ed a acquistare la carica energetica non più di una piccola stella, ma di una di quelle che chiamano nana bianca, dense e luminose. Perchè io credo che purtroppo nella maggior parte dei casi le stelle che si infrangono sulla carta moschicida buia tendono a spegnersi.
perdona se riesco solo a dirti che hai scritto un gran bel post.
E' che dentro di me il "big bang" non è ancora terminato...
Buona Domenica.
Daniele
Grazie Daniele, spero di riuscire a dare ancora adito a riflessioni del genere. Di solito è il confronto con gente stimolante che mi ispira, per cui non mancherò di leggere più spesso anche il tuo blog, che aggiungo fra i miei link!
A presto!
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