27.12.07

Impegno ed animo leggero

Pensavo oggi che senza tappeto volante sono costretto a far di fretta. Cioè, no. Non di fretta, ma rapidamente. Se mi incammino per raggiungere una meta, e questa è distante, allora è naturale che io cerchi di allungare il passo per quanto mi consentono le mie non eccelse leve, ma posso adeguare la velocità grazie all'aumento della frequenza dei passi. Insomma, mi metto non già a passeggiare ma quasi a marciare. In effetti pare sia una buona abitudine camminare di buon passo, ed ormai anche quando non ho fretta particolare quasi corro.

Non ho molta voglia di mettermi ad elucubrare, perchè in sostanza mi sono esaurito, mi annoio subito di arrovogliarmi la mente, mi secco di sentire storie che non hanno niente di nuovo e mi tediano a morte.

Però forse in questa cosa del buon passo un leggero point to point si può accettarlo, no? E non è che sia poi un insegnamento astruso o arroccato in chissà quale parabola! A buon intenditor... cioè me stesso...

Ormai non mi piace più, o forse non mi piace per ora, di organizzare eventi, curare logistica degli incontri, trovare divertimenti, preparare cenette e tutto per gli amici. Mi dispiace per i miei amici, ma tanto so che mi vogliono bene lo stesso (anzi alcuni pure di più se la smetto di rompere). Ferma restando l'immancabile fagiolata dell'epifania devo però trovare come riempire gli stomaci della biennale maratona del signore degli anelli, al riguardo si accettano consigli.

Davvero, vorrei scrivere qualcosa, ma mi scoccia pensare! Favolosi quei fiori di Bach! Va bè, allora saluto le mie uniche commentatrici: Inenarrabile, Prescia, Daniela e MusEum. E saluto pure chi legge e non commenta mai. Ciao ragazzi, buona serata!

26.12.07

Bridge



Sorto l'astro d'oro scendiamo giù a Sabbiaterra

Ebbri di venti e brine, Aladino, guardiam le rocce:

Le favole dei bimbi narrano che giace qui un anello

Di fiamma, di oricalco e di lava che cade a gocce.

Con animo allegro e vivo sogniamo questo gioiello

Simbolo d'altra vita, lontano da ansia e guerra.


23.12.07

Alba

S'accende all'orizzonte un tenue baglior di giorno
Seguiamolo, Aladino, non voglio ancor far ritorno.
Se tremi in queste ore di freddo mattutino
Resisti, questo è vero, entusiasta del pensiero
Per la luce che intravvedi: promette un giorno caldo
Così trattieni il fremito e dai le spalle al nero
Della notte che lasci, mentre il core si fa saldo.
Ti spinge anche a cantare per salutare il sole
Lui unico poeta d'un nuovo giorno araldo!

Ecco che forse sorge, seguendo quei rai dorati
Da mille barbagli annunciato, nei giorni passati.
T'assale la certezza che lo farà anche domani
E mentre tu lo vedi solo un pochino prima
Comodo sul tappeto, il mento hai fra le mani
E pensi ad un viso candido, interminabil rima
Di ogni altro verso quel viso è il paragone.
Và, cuorepensiero, abbeverati a quella fonte
Che dagl'inferi alla vita va contrario a Caronte.

22.12.07

Canto I

Salire sulle stelle in un cielo blu cobalto
Su un refolo di vento spiccare un altro salto;
Girare poi lo sguardo altrove fra i suoi raggi
Di sole, vita ed aria, fra i campi e gli alti faggi.

Scegliere a quel punto un corridoio pulsante
Rinascita del cuore, non sono più un infante
Che strilli nella culla fra braccia bianche amate
Stretto da mille baci di madri innamorate.

S'alza ancor di più il tappeto mio volante
Mi porta sulle tende del popolo mercante
E come se fosse amico della notte e del Dio
Adesso è lui che sceglie, non decido mica io!

Ecco che dunque guida il nostro volo nel deserto
Schivate le fredde dune, di magia s'apre il concerto
Per Aladino ignaro che il suo avvenire è luce
Di lampade e leggende, dell'avventura è duce.

Buonanotte, stellamusa, che dorma o che sia desta
La fiaba non finisce, nè ha termine la festa
Che guidi nel mio cuore, lontana oppur vicina
Tu, stella luminosa, Tu dolce e sbarazzina.

14.12.07

Malinconia e fracasso







Forte era il vento ed il mare increspato
Nel cielo di piombo un gabbiano librato;
L’aria era umida e sapeva di terra smossa
Dall’albero secco, dalle sue radici d’ossa.
Un pony calpestava sempre lo stesso cerchio
Un percorso che farà finchè non sarà vecchio,
Prendeva caramelle annusandomi la mano.
Dove vanno i bei ricordi quando non affiorano
In quella parte di presente che balla sul petto?
Dove vanno i pensieri che scivolano dal letto?
In quale memoria si annidano, e vanno a riposare
Quelle belle vite vissute da altri noi
Quelle sensazioni che non solgono sostare
Incatenate da spettrali “prima o poi”
In un tempo che non deve mai più essere presente?
Finito il futuro ecco cosa sono: sono niente.
Io no, io mi rivolto, io sciocco consapevole
Mi prendo la mia colpa e me la porto a spasso
Sorrido almeno alle mie muse benevole
E tanto per gradire faccio pure un gran fracasso.
Mi spello le mani dal tanto applaudire
Se solo appena sento una cicala frinire,
Schiocco la lingua ed incito se posso
E se non posso … gettatemi nel fosso.






l'immagine ancora una volta non è mia, ma rappresenta una maschera di capitan fracasso, da commediabyfava

13.12.07

Falena


C’è una luce, lì voli. Che sia azzurra
O vermiglia non suoli vedere,
che sia verde, che bisbiglia,
una luce fragorosa. Ma di notte,
questo è quanto; che sia sola oppure no
una sola è la prescelta, per il battito
d’un tempo che scandiscon le tue ali
universo è quella luce, metonimia
d’esistenza, futuristica antenata.
Dalle tenebre ti stana, e non pensi
Di sbagliare, solo corri, scappi voli
Perché luce è un transitorio. Che
Bloccate le lancette ogni vita è come te
Dalla notte, nella notte, al bagliore
D’una luce noi proviamo ad arrivare
Solo scampo d’altrimenti in poche ombre
Svolazzare.

l'illustrazione non è ovviamente mia, ma di Brian Froud

10.12.07

Talamo e amicizia

Da quando ero piccolo ho sempre avuto diverse amiche. Le prime due, a dirla tutta, sono ancora presenti ed in maniera molto importante nella mia vita, anche se una arriva sempre in ritardo. Ma siamo cresciuti insieme, abbiam fatto insieme le vacanze, le serate, passato insieme le delicate tempeste delle primavere sentimentali, affrontato perdite anche più gravi, momenti pericolosi, gioie, vittorie. Quando mi innamorai di Barbara (come tutta la classe) in terza media diventai il suo migliore amico, e successivamente Letizia fu la mia migliore amica per lunghi lunghissimi anni. Ero ben felice della bellissima amicizia che mi legava a Barbara, della quale avevo il coforto, l'allegria, la confidenza. Leggevamo insieme poesie e scemenze, ridevamo felici e complici, le voglio a tutt'oggi un gran bene, anche se non la vedo da anni. Avrei voluto stare con lei, ma diciamo la verità: sarebbe cambiato poi così tanto? a tredici anni? Non saprei. Mentre invece non ho mai desiderato Letizia, pur molto graziosa, soddisfatto della sola amicizia. Non so se era lo stesso per lei. Tante volte mi sono chiesto se la mia amicizia con Teresa non valicasse negli anni del liceo la soglia dell'amicizia, perchè tante volte ho percepito una frizzante sensazione nell'aria, nonostante io avessi altre ragazze, e lei altri ragazzi. Lo stesso dicasi per un paio (almeno) di situazioni successive, antecedenti o contemporanee.
Poi ultimamente le cose si sono molto complicate. Discorrendo uno degli amabili discorsi (quanto mi piace l'accusativo dell'oggetto interno!) che solgono sorgere notturni con quel prodigio dell'empatia che è la mia bellissima Roberta abbiamo toccato un punto su cui siamo stati prima in disaccordo, poi in disaccordo opposto, ed infine concordi. Eravamo partiti da altri lidi, ma in sostanza l'acmè del discorso è stato questo: dopo tante esperienze che ciascuno ha avuto, e dopo tante esperienze condivise fra amici di sesso opposto, che abbiano un'amicizia sincera e disinteressata, che siano in salute e gradiscano vicendevolmente la propria compagnia, non è assurdo che si abbiano insieme anche delle esperienze di talamo. Se questo accada per sublimazione dell'amicizia che si tramuta in amore? può darsi, ma è più probabile di no. Ed allora è tanto grave? è disonorevole? Abbiamo concordato che è una domanda comune, e che sono delle imposizioni infantili di una società obsoleta che frenano il vivere la fisicità di una bella amicizia agghindandola, se è il caso, anche di una bella mattinata l'una fra le braccia dell'altro.

6.12.07

Uno spettro si aggira per la vita...

Ed è lo spettro del comunismo del sentimento. La definizione non è del tutto mia, anzi. Si tratta di un'intuizione di Alain de Botton. Lasciando perdere connotazioni politiche che non si confanno al tema preferisco spiegare quel che ho inteso io di questo bizzarro fenomeno. Sarà capitato a tutti di avere almeno un'amica speciale, oppure a tutte di avere un amico speciale. Si verifica nello storico del pensiero di questo sentimento che c'è una tale attrazione empatica che si è profondamente grati ad un benevolo dio superno dell'esistenza di un tale dono, un essere di sesso diverso che ci capisce e con cui si ride e si scherza e si mangia e si va fuori e si parla di ogni cosa senza remora. L'inevitabile beffa del destino (ma non è il destino, è un momento di debolezza mentale, unicamente nostra responsabilità) avviene allorquando chi alloggia tale bel sentimento a cavallo fra cuore anima e pensiero si chiede, in un deprecabile atto di ostinata infantile insicurezza: "ma che ci troverà questo magnifico essere così ammantato di luce e sapere e divino profumo in un povero miserrimo niente affatto meritevole bacarospo come me?".


Inevitabile che i colori del dipinto in cui si viveva fino ad un istante prima assumano in quel preciso frangente temporale una cupezza buia, che l'aria fino a quel momento fresca che si respirava a quel pensiero diventi fetida e polverosa, che il cielo da celeste e punteggiato di pecorelle saponose e allegre diventi plumbeo di nubi temporalesche. Saper dare una spiegazione soddisfacente a questo fenomeno è un livello di conoscenza che non è dato svelare, e quindi e perciò non ne so nulla, ma opino. Opino che la delusione (non per forza giustificata dai fatti, magari vera solo in una cosiddetta MM) colga lo spirito impreparato con la sua arma peggiore, ovverosia la sensazione di sprofondare nell'abisso, la vertigine dell'errore e della fallibilità del tutto assume per lo sventurato (la sventurata) la connotazione assoluta di TUTTO, QUI, ORA. Tutto, qui, ora è errore. Tutto, qui, ora è sbagliato.


Cosa succede allora? la comune osservazione della natura umana ci viene in aiuto, perchè le cose non avvengono più nel buio del pube mentale dell'assalito, ma veri e propri atti di distruzione di massa sono quelli che seguono. Una furia cieca e inarrestabile anima l'esaltato/a (perchè solo esaltato/a può essere una persona che vive una simpatia con la devozione di Giovanna D'Arco) a questo punto, e nulla lo fermerà finchè non avrà fatto macerie, sottili e volatili polveri di quel che era stato precedentemente costruito, fosse una casetta sull'albero, un giardino fatato oppure un barcone fluviale. Niente ne resti, insozzato va il ricordo, avvelenato il passato, al grido di "il mio Io lo vuole!". Dove c'era bugia nasce fuoco sacro che tutto consuma ed ogni ricordo monda, dove bugia invece non c'era allora ce la si piazza a dovere. Poi la si fa esplodere ed ecco di nuovo il fuoco sacro. Insomma dopo poco è un'ecatombe.


Ora, i più vivaci potranno sicuramente domandarsi: Ma non è possibile arrestare questo sfacelo? Chi vi parla non ha una risposta certa; in alcuni casi la ragione viene in aiuto, o magari certe circostanze attenuano parzialmente la furia. Ma in generale chi ha l'idea di poter arrivare a far parte di una cosa utopicamente magnifica tende nella maggior parte dei casi a non essere più interessato nel momento in cui si accorge che nell'utopia viene accettata gente che del sogno non faceva parte già prima, e questa cosa sembra fare impazzire il candidato (la candidata, che speriamo non lo sia in senso medico). Però è ormai chiaro che lo spettro è facilmente riconoscibile, è quello che anima di immanente dedizione una persona nei vostri riguardi appena dopo soli pochi incontri. Da allora siete in pericolo. Dovrete performare ogni cosa con la perfezione di Dio oppure scatenerete le demoniache insicurezze dell'esaltato, che pian piano si tramuterà esso stesso in demone e devasterà tutto quello su cui ha messo mano.


Ok, volevo parlare dell'amicizia fra uomo e donna che sconfina nel talamo (in effetti suo terreno prevosto) ed ho parlato (e pirlato) di ben altro. Ed ora un'altra bella foto, che risponde perfettamente a quanto detto sopra. La risposta, amico mio, la soffia il vento, è dentro di te e però


è SBAGLIATA!





5.12.07

Aspettando domani

Volevo fare un post. Ma non ho tempo. Quindi mentre aspetto di avere magari un po' più di tempo posto una foto. In pratica un monito su come sono le cose nella realtà, casomai dovessi scordarmelo.