1.2.08

Tra echi di brindisi e fuochi *

E cosa succede quando si perde un pezzo di sè? Ci sono echi di racconti dentro me che parlano di uomini feriti in guerra, cui era stata amputata una gamba, e che sentivano dolore o fastidio dove non avevano più l'arto mancante. Dev'essere un qualcosa collegato alle sinapsi, che devono essere rimappate. Cioè, io mi dico, le sensazioni viaggiano su strade elettriche, ed indovinano la strada che devono prendere un po' come succede all'instradamento informatico. In pratica una fiamma scotta un dito, e da questo partono delle informazioni in forma elettrica che viaggiano su una rete simile a quella autostradale.

La sensazione di bruciatura passa attraverso vari caselli, e viene da questi indirizzata verso la strada corretta fra quelle possibili da quel momento in poi, secondo delle leggi che quella postazione conosce. Alcuni di noi hanno dei problemi con le sinapsi neurali, come quel cretino del mio amico Sahittha, che tu lo pizzicavi in ricreazione e quello si lamentava alla quinta ora. Suppongo che questo possa essere preso come un esempio di problemi sulla rete neurale, neuronale o come diavolo si chiama.

Non dimentichiamo che siamo sempre nel campo delle mie personali cretinerie senza abbastanza conoscenze. Uno stregone. Ecco, adesso io presumo che nel momento in cui un soggetto emozionalmente neutro riceve uno schiaffone partono dall'evento due diverse sensazioni (complesse e coniugate) una corporale ed una emozionale. Il dolore dello schiaffone sulla pelle e quello sulla psiche lasciano il corpo infliggente per trasferire la loro quantità di moto sul corpo ricevente.

Così come sulla rete sinaptica passano le informazioni del dolore corporale, mediante un'altra rete è evidente che si spostano quelle dell'umiliazione, rabbia o che altro, e che poi invece che raggiungere il cervello come la sensazione di schiaffo raggiungono invece l'anima. Così mentre la faccia riceve il consiglio di spostarsi (perchè il cervello non è mica scemo, è una mente lui), l'anima consiglia invece come prima cosa di domandarsi il perchè. Quindi prima richiede ulteriori informazioni, poi semmai si protegge, o che altro.

Capita anche che l'anima possa subire delle mutilazioni paragonabili alla perdita di un occhio o di un braccio. Quantomeno questa è la similitudine che è venuta a me qualche giorno fa al risveglio. Era come se parte della mia vista fosse offuscata e sentivo un vuoto dove ci doveva essere il braccio, la spalla e mezzo petto. A quanto presumo (presuntuoso, sì) in seguito ad un intervento di amputazione di un arto, magari i centri sinaptici inviano informazioni pazze per un po', poi si autoprogrammano di conseguenza alla nuova realtà.

E magari la stessa cosa, in linea con il vecchio adagio secondo cui il tempo cura tutte le ferite, accade anche all'orbo nell'anima, le strade della propria rete comunicativa interna si riequilibrano. Credo però che i tempi di reazione siano intrinsecamente diversi fra le relazioni organiche (il monco non "sente" più la mano) e quelle spirituali (l'orbo dello spirito non vede più la "zona nera"), le seconde strutturalmente più lente, anche visto che prima l'anima si informa, poi agisce.

Ma c'è ancora di più: infatti il corpo non può far ricrescere la mano amputata, a meno che non sia il corpo di una cheerleader statunitense alle prese coi suoi superpoteri, laddove l'anima è invece in grado di rimpiazzare il vuoto, la mutilazione e la ferita, ritornando a pienezza, a conclusione, a sè stessa. Infatti giorno dopo giorno possono nascere nuovi tessuti spirituali, possono essere irrorati, educati, allenati, vissuti. La vita in noi, nel nostro spirito risorge e si rinnova. E così sia.

*il titolo è una frase di una bellissima canzone di Vinicio Capossela, Morna.

10 commenti:

Prisma ha detto...

Sinapsi, neuroni, circuiti... Questo è un campo che mi affascina da morire...

Mi piace molto questa frase:

"Così mentre la faccia riceve il consiglio di spostarsi (perchè il cervello non è mica scemo, è una mente lui), l'anima consiglia invece come prima cosa di domandarsi il perchè."

Domandarsi il perchè è forse uno dei veicoli principali verso l'autoconsapevolezza e la conoscenza del mondo...
Può indirizzarci verso la strada migliore per essere felici e rendere felici gli altri...
O almeno è così che la vedo io.

Mi hai citato Heroes ! Che ne pensi? A me piace molto, ma non anticiparmi niente che ancora devo finire di vederlo :)

Anonimo ha detto...

Finalmente un po' di prosa, e di alto livello, peraltro ;)

Sotto ha detto...

@MusEum: la curiosità è la scintilla iniziale. Un innesco fondamentale, ma deve seguire anche altro, per riuscire nell'esperimento. Mi pare fosse Galimberti che diceva che la vita è come un esperimento. Ah, e Heroes è molto bello! almeno la prima serie, la seconda non so proprio come andrà a parare!

Sotto ha detto...

Grazie Eu!

daniela ha detto...

Che bel post Sotto.
Credo che lo possa capire soprattutto chi ha perso molti pezzi di sè. Ci vuole molto tempo per ricostruirli, ma la cosa più affascinante non è solo che l'anima si sappia rigenerare, ma che lo faccia ricostruendo pezzi che prima non aveva. Come se un monco fosse in grado di farsi ricrescere un arto muscoloso e forte laddove prima era scheletrico e deboluccio.
Il tempo può curare le ferite ma può anche incancrenirle, la verità è che il tempo non esiste. Ma di questo abbiamo già parlato. :-)

Anna Maria ha detto...

"perchè il cervello non è mica scemo, è una mente lui" questa me la rivendo da qualche parte...

Poi volevo chiederti: Ma il tuo amico "Sahittha" per caso di nome fa Andrea?! No perché secondo me suona bene, per questo.
:)

Sotto ha detto...

@Daniela: grazie. Che dire? completi sempre!

@Anna:fai pure! :) ah e quello schiattamuorto di uno schifoso di saitta non si chiama andrea, no. Si chiama Cesso. Cesso Saitta.

daniela ha detto...

Io ho un amico che si chiama Marco Saitta. Sarà mica lui? :-)

Sotto ha detto...

Bè, se è di Messina ed è un fisico lo conosco. Ma non è Cesso Maria Sahittha, quello è un altro, ed è abbastanza rappresentato nelle foto.

:P

daniela ha detto...

No, è siciliano ma non fa il fisico, fa il fonico. Ci sono una "o" e una "enne" di differenza. :-)