Calliòpe amata, musa delle muse
Bacia le mie dita, bacia la mia mano
Le mie parole, a lungo tempo ottuse
Possano arrestar dalla sua danza il nano,
Possano risplender gli occhi già graziosi
Smettan d’azzuffarsi i bimbi nel pantano;
Dei dell’ade con capi lanosi,
Dalie porgiate a chi mi dona un sorriso
Elfi tutti, adesso siate giocosi,
E voi, elfe, imporporatevi il viso,
Che sebbene il mio animo arda affranto
Il suo tessuto forte non è ancor liso.
Dal cuore del mio cuore sgorga il canto
E già gli aedi vibrano al pensiero
Risorga la fenice dal suo pianto,
E non dalle ceneri, arcano mistero
Precipitevolissimevolmente,
il buio nel mio cuor non è piu nero.
La ruggine rende le rime lente
Ma la carezza nell’alma è calda
Chi scrive adesso più non mente
Che d’amor in ciel ha vista una falda
Discreta ed insperata ed è per questo
Che cosa prima rotta adesso è salda;
Scorre ora il pensiero scorre lesto
Per fare ammenda dei passati errori
Lo sforzo dev’esser manifesto.
In ognun di noi stanno i tesori
Che stavan nelle lodi comandate
Per ciascun core ci saran cori
Per quanto siano lunghe le serate.
Licenziata la catena. Andiamo. Andate.