Chiare fresche e dolci Anime siamo; di luce rifratte su schermo sul pelo dell'acqua. Ma è specchio a metà, quella! Ospita la vita di tenebra e silenzio nella sua immensità vertiginosa, lei senza tempo. Il moto del suo portatore verso l'abisso è tale da far sì che il cerchio intorno alla sorgente di luce si restringa, visto anche che pressione, calore, lucidità e rifrazione differiscono linearmente. Potrebbe essere un cono di luce, con al vertice il portatore, dall'anima oppressa, congelata, matta. Ma se di tale luce l'anima si ricorda come farla risplendere, come allargarla, quali scorciatoie nelle strutture, quali vie per le elettricità usare affinchè il punto riprenda ad essere cerchio, il cerchio originale, il cerchio che lo ha generato e che è ancora in lui, nel suo moto, nel suo presente; se questo nuovo cerchio abissale, di quell'altro gemello duale con quell'altro si congiunge: che colonna di luce s'innalza?
Non riesco a tirarne fuori più di due versi per adesso. Ma il suo destino è quello.
8 commenti:
E che il destino sia :)
prima o poi... adesso non riesco a trasformarla, mi sento come davanti a un blocco di marmo. Solo che io ho in mano un pennello.
Dipingine le ombre, e sembrerà scolpita :)
Se non puoi scolpirla.
Però! grazie dell'idea, è molto bella
Proverò a farlo :)
La scultura è venuta male.
Oppure non favella.
Temo.
Per questo è il silenzio?
bè, no. Non c'è ispirazione, ed a quella non si comanda...:) grazie del sostegno
... ancor non è giunta?...
no... l'immagine è là, chiara, non va via. Questa riflessione mi è stata compagna per lunghi mesi, ma non s'evolve in poesia.
Posta un commento