16.11.06

Demoni

Si avvicinano con la luce. Oppure senza luce, non gliene frega niente. Tutta la sera infatti è acquietata di lampioni e finestre accese, di fari d'automobili e insegne luminose.
Quando si perde aderenza con la realtà si può farlo in due modi, anche se in fondo alla fine sarà la stessa cosa.

Ma non è ancora la fine no?

Si può perdere coesione cinematica con il mondo circostante la propria senzienza e non accorgersene, oppure si può avere l'impressione di lasciare in qualche modo il mondo di là dal velo per attraversare lo schermo.

In entrambi i casi, ma più facilmente nel secondo, oh, quanto più facilmente, si dà a sè stessi l'imperativo "nomina", atavico e biblico. Corrisponde all'imperativo "giudica"? In un certo senso l'uomo si trova in un transitorio temporale superato il quale lato corto della campana è considerabile in un nuovo sistema, ed allora è come se ognuno fosse l'unico, il primo ed il solo. E vede gli altri, i tutti, quelli.

E nomina. Nomina attraverso il proprio giudizio, e sia esso giudizio inficiato oppure no da quel che prima lo ha toccato, congestionato, usato, percosso, oppure no lasciandolo scevro ed in un certo senso vergine, in questa campana di là dallo schermo esso è vergine, e gudica. Nominando.

E tali nomi assurgono ad identità in una foglia di mondo, in un tempo verde e sottile. I nomi stessi che hanno primigenio il giudizio, rimangono aderenti a sè stessi, bevendo dal diritto che hanno, come tutti i creati, di essere, in cui è compreso l'essere male, l'essere giusto, l'essere proiezione distorta oppure felice. E molto altro.

In un certo senso è come se Dio, o quel che a Sua immagine e somiglianza è nel Demonuomo, visto che è nell'uomo che non ha mutato la propria natura, vedesse sopra ciascuno oltre il velo un numerino indicante una quantificazione, un numerino colorato, cangiante in maniera discreta oppure continua, questo dipende dalla natura della campana sotto cui ci si è introdotti.

Certo, nessuno ne capirà un beneamato cazzo, ed alla fine sarà un peccato.

Ma non siamo alla fine, no?

Bè alla fine del preambolo sì.

1 commenti:

Hunt ha detto...

Enrico Ghezzi©