3.10.06

Mestieri

“Corridoio o finestrino, signore?” – era una delle questioni di routine che già da tempo dissigillava e risigillava ciclicamente a intervalli variabili. Secondo il peso del bagaglio. Così come anche un chiaro sorriso rassicurante, che aveva stampato sulla sua anima prima ancora che sul proprio volto. “E’ così che è giusto” – aveva pensato mentre ponderava la scelta: profondo o professionale? Professionalmente profondo o profondamente professionale? Reale e sentito, decise. E così mutò a poco a poco il proprio sembiante, esterno ed interno, fino ad uniformarsi all’idea che, con una passione adolescenziale, aveva sognato del suo lavoro, quale che fosse.
“Questa è la sua carta d’imbarco, signore. Uscita 16, dalle 14:05” – e la sua quieta benevolenza si posò sul viaggiatore, come il fumo d’incenso fa nelle chiese; un leggero fremito la attraversava mentre volgeva di nuovo lo sguardo alla coda del check in, per studiare i passeggeri, e lasciarsi guidare nella scelta dei loro posti. In assoluto, di tutto il suo lavoro, questa è la più piacevole, la più importante, la più difficile, la più responsabilizzante, la più appagante delle mansioni. Una procedura che necessita della sua intera sensibilità, perché è nelle sfumature che si annidano gli errori. E con le anime non si gioca. Una procedura che impiega il suo intero coraggio, perché ognuna di quelle scelte ne merita non di meno. Una procedura che si fonda sull’esattezza dei tempi, strettissimi, perché non può e non deve, per natura e conseguenze, invadere l’intervallo temporale delle altre procedure. Ma una procedura di un’importanza abissale, perché l’unica su cui si fonda il processo che innesca. Non importa se ne capita spesso l’occasione, ma quando capita guai a sbagliare! Tutte le altre servono a dar la possibilità ai corpi di prendere il volo, e la destinazione è nota, è scritta sulla carta d’imbarco. La contingenza, l’immanenza. La sintesi: mantenere una quota di ascolto sulle conversazioni in coda, in loop, e far partire il secondo passo se viene riconosciuta una delle parole chiave, e qui è semplice. Una segretaria di anime sa far di più. Una delle sue skills principali è quella di riconoscere anche timbri di voce, e crearne un DB nella sua memoria. Se il checksum fra parola e timbro dà un risultato che punta ad una possibile apertura allora è compito della sacerdotessa verificare se nella lista di fronte a sé c’è la possibilità di un inserimento in ciclo. E allora necessariamente i posti assegnati ai viaggiatori saranno vicini. Le piace sognarne i voli, non quelli dei corpi, quelli dei sensi. S’immagina i brividi, le variazioni di tensioni interne, i saliscendi delle speranze, le caute arguizioni, i timidi approcci. La codifica dell’ineffabile, l’anello trascendente. La proiezione di tali anelli nella direzione d’ascesa dei corpi le disegna un’elica nel cuore, e successo dopo successo su quest’elica costruisce la sua scala a chiocciola verso quel tempio superno che ospiterà la sua anima, al cospetto del dio.

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