E bentrovato. Anche se di parole ne ho usate abbastanza, non ho esaurito la mia necessità di comunicazione, stasera. Non ho voglia di voce, ma di quel silenzio colmo di parole. Non ho voglia di musica, nè di luce
dov'è silenzio e tenebra la gloria che passò
Zibaldonare in acqua santa, in compagnia di un lucore lattiginoso, e di un rumore di ventola e tastiera, solo per fissare, stuccare, fermare.
sospeso come nell'occhio di un ciclone.
"perchè capita spesso che nelle nostre anime si aprano crepe, esattamente come nei muri, che le nostre anime sono il tempio metafisico delle nostre esistenze, ed attraverso quelle crepe passano i refoli di filosofia"
Maestro di sofferenza, ormai, ma passerà mai questo continuo perdere?
Vorrà un giorno questo indefesso inferno abbassare la temperatura?
che nessuno legga, nessuno si soffermi, è un dolore privato. Un meccanismo umano perverso mi costringe a pubblicarlo, perchè sia là, ma questo è tutto.
Salve, blog. Tienimi sveglio.
13.9.08
Salve blog
Pubblicato da
Sotto
alle
12:53 AM
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