14.12.09

Sabbie mobili

Questa mi sa che non l'avevo messa

Nel bacio soffocante di una trappola melmosa
Nel mezzo del cammin della tua vita
T'arrampichi strisciando sullo stelo d'una rosa
Che morde a passi alterni la stessa ferita.
L'aria spira aspra e il tuo torace
vuota e suscita dall'alba a mezzanotte
Portando nutrimento a quella brace
Che accese Atena nelle antiche grotte
E fu dono del Titano a chi nel cor è audace.

"O pioggerella di memoria e di luce
Inganna con tepore il tempo mio truce
Piovi se t'aggrada un'immagine per goccia
Piovi senza freno, che dove piovi sboccia...

Un fresco ricordo, un colore che vive
Un ceppo che sfrigola, una mano che scrive
Un dito che fa no, un mento che annuisce
Un verbo che combatte, un altro che istruisce.

Batti quattro e ancora tre, un ritmo musicale
Un timpano amico in una notte senza luna

Soffia sol e ancora re, un sonito trionfale
Di molti fiati e ottoni che uomini raduna.

Scoppia, selvaggia ed umida, tempesta nel deserto
Porta, contro ogni senso, un tetto al cielo aperto
E sciogli la lutulenza di questa forzata sosta
Annacqua la morsa della sabbia che m'incrosta."

Dell'abbraccio graffiante di un nemico inanimato
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
Ti guarderai al sole i colpi su di un prato
Che accoglierà il riposo e favorirà la cura.
E quando ogni ferita sarà una cicatrice
Un' anima lieve di umanità commossa
Ne lambirà i contorni con mano guaritrice
Ricamerà i ricordi con canti e tela rossa
Del sire ardito e saggio, l'artista tessitrice.