12.4.08

Caro Amico

Caro amico, ti scrivo, e così, come è ormai d'uopo per questo incipit, mi distraggo un po'. Non sono andato via, non sono nascosto, passo sempre qui, e sono legato a questo posto ed al rapporto che avevo instaurato con alcune splendide persone che ogni tanto passavano anche loro di qui.

Ma sono sotto shock.


Non è una crisi comunicativa da rigetto, come mi capitano ogni tanto, e in realtà andrebbe anche tutto bene, o asintoticamente bene per dirla alla maniera ingegneristica.

Vorrei una camicia nuova.

Sento il mio karma un po' scarico, come bipolare, come se una rete che avesse sei punti d'aggancio ne avesse perduti due, ed io fossi in mezzo stanco e nervoso che faccio evoluzioni.

Ho spento un principio d'incendio nel parco, qualche tempo fa, e la cosa mi aveva provocato autocompiacimento.

Non avevo mai avuto questo sentimento prima in tutta la mia vita, ed è brutto, e un po' lo temo. Non che io non possa portarlo con me, tanto diversamente non è possibile. Ma odiare... che shock.

Domani si vota, e sarò costretto a farmi schifo ancora una volta. Odio le x, mettere le x sopra alle cose.

Tutto per colpa di Agape. Un sentimento che invece che donarti risposte ti dona domande. Un sentimento che non soddisfa, ma che chiede, e per il quale l'illogico ed il logico possono coesistere statisticamente in uno statuto ontologico quantistico. Una cosa può essere vera e falsa, perchè può essere meno che essere. Esse, in pratica. Una cosa che abbia una esistenza non completa, a prescindere dalle sue qualità. In ciò non esiste qui ed ora, forse semmai dove? e quando? ma soprattutto perchè?

Ovvero, da Werther a un frullatore atomico di cazzate. Il menefreghivo presente del verbo masticare è senza dubbio masticazzi. E quella di qualche settimana fa è stata una delle giornate più belle della mia vita, un'atmosfera speciale in mezzo a tanti amici vecchi e nuovi, in cui il mio malato sentirmi protagonista era fluido e giocoso. E qualche sera fa era stata una delle più belle della mia vita, ma con il gusto di cenere e marcio, in cui il mio rifugiarmi nelle mie capacità era l'unica opzione alternativa all'omicidio multiplo.

Sono cose che ti scaricano il karma. Non voglio lamentarmi, nè parlarne oltre. Anzi... Non voglio. Sono svolontato. Fer portuna (o viceversa) si va a cena con Anto e Fra stasera, ed anche ieri è stata una magnifica serata. Quindi perchè lamentarsi? non ne ho diritto.

Che faccio, mi mbriaco di nuovo? ma ho il fegato ingrossato, beato Tantalo, il suo supplizio almeno lo esimeva da questo. Allora dovrei potarmi la chioma, o ripassare la forma di spada. Perchè non ho una sciabola a casa?

Una mia poesia è divenuta una splendida canzone, si tratta di quella sul demone ricciuto, e devo ringraziare Giulio pubblicamente di questo.

Ho promesso che avrei fatto delle altre rime per una melodia che lui ha già scritto, ma oltre l'inizio mi è piombata l'ispirazione in un buco di potenziale, adesso sarà finita sulla capocchia di uno spillo di un altro multiverso diverso dal nostro, che magari non avrà la forma di un polpo, come questo, ma che so, di Anatra. Laccata, magari. Un multiveLso.

Unusquisque faber...

sortis sit.

Ma questo domani, con fede migliore.

4 commenti:

daniela ha detto...

Che bello rileggerti, anche quando parla la tua confusione, anche se sei sotto shock, anche....

Ognuno è fabbro della sua fortuna? Proprio così. E adesso dirmelo fa star male anche me.

Il potenziale racchiude in sè tutto l'effetto, ci tocca solo aspettare.

Io aspetto. E tu? :-)

Un abbraccio solidale.

Sotto ha detto...

Ti ringrazio, Daniela, le tue parole sono sempre molto empatiche! E l'abbraccio è benaccetto!

Io no. Io non aspetto, vado incontro, rompo gli indugi, dò alle fiamme babilonia, me ne vado a spasso col cavalluccio marino, grido maledizioni nel trambusto della notte turbinante, canto e conduco le danze.

Lascio fluire, come avviene ciclicamente, un po' di pensiero, come a gettare dell'inchiostro su un foglio e poi cancellare le linee. Bianco su nero, tecnica al contrario.

Ma non è nemmeno vero.

E infatti non è vero niente in maniera completa, sto cadendo in un relativismo proporzionale con premio alla maggioranza? Eh, no, perchè la strada va performata oltrechè percorsa!

E allora ALLA MALORA! ALLA MALORA le pecorelle e i tre differenti tipi di maiali e scrofe, i cagnacci e le cagne. Crepino, e in fretta.

Mi viene da ridere, parlo come quel predicatore folle di Brian di Nazareth, e chi mi conosce sa che c'è un bel po' di scherzo in queste parole!

Teatro, ecco di cosa si tratta, teatro di bassissima lega.

Al rogo.

Prisma ha detto...

Rieccoti! Che ti succede? Anche tu stanco di aspettare? Io personalmente nun je la faccio più... Ho perso la pazienza per strada e nessuno che me la riporti indietro, perchè "sei tu l'artefice del tuo stesso destino", ripetono i grilli parlanti dentro la mia testa... e io so che hanno ragione... Eppure sentirselo dire, fa venire voglia di fare proprio l'esatto opposto... Buffo, no?

Non fare caso ai miei vaneggiamenti e continua a ubriacarti di vita, ché almeno il fegato non ti si ingrossa ;)

Un abbraccio di bentornato.

P.S. Ce la fai sentire la canzone? Sarebbe bello...

Sotto ha detto...

Ciao MusEum! non saprei se mi sono stancato di aspettare, in verità non mi si è accesa una lampadina.

E nel mio piccolo riesco a capire il perchè dei capricci, anche a me capita se mi si chiede di ascoltare una canzone, per esempio, che quella canzone non la ascolti proprio per nessun motivo al mondo.

Dici che sono mbriaco?

E non so se posso far sentire la canzone, è di Giulio. Se passa e dà l'ok allora io ci sto, è davvero bella. Se lo becco su msn chiedo