30.4.08

Wrooofff


Una delle mie parole preferite è "cagnolino". Intanto perchè mi piacciono i cagnolini, e poi perchè un cagnolino racchiude in sè l'adolescenza canina, quando l'amato animale non è più un cucciolo strappacarezze e già si intende in lui il suo futuro da fedele amico, ancora giocoso. Mia nonna chiamava Argo "O Cagnuline", in quel napoletano che non aveva abbandonato nemmeno dopo sessantacinque anni passati in sicilia. E ad esso (la lingua italiana richiede l'oggetto per gli animali) comprava gelati per merenda. Così O Cagnuline anche noto come Argo, adorava la nonna e scureggiava la sera nella mia stanza.

Argo è un bastardino, di 15 anni. Adesso non se la passa tanto bene, pare abbastanza fiacco,a quel che mi dicono, e raramente si alza dalla sua margoliera. Vi chiederete cosa sia una margoliera. E qui inizia qual compiacimento nel parlare dei propri animali domestici che è puramente autosestesso. Infatti generalmente non importa a nessuno sentire storie sui canuzzi o i gattuzzi altrui, ma mi ndi futtu.

Argo Romeo è nato in calabria, ed egli è dunque un calabriso. Dico calabriso così come ho detto margoliera, sono ambedue dei sargonomi, così come il sostantivo sargonome, che indica un qualsiasi verbo legato unicamente alla sfera margola, ovverosia afferente ad Argo. Egli è nero, con il petto possente bianco, testimone del suo sfegatato tifo per l'Udinese (inspiegabile, tra l'altro). Egli mi accompagnò un pomeriggio sui colli messinesi, e mentre correvamo giù per la collina sembravamo chiaramente un cane e il suo padrone.

Argo non gradisce i piedi destri, come testimonia l'aneddoto seguente. Il Dijjei e Robi (meglio noto com Ezio) erano in visita a casa al mare, ed il Dijjei giocava ad accarezzare il cane con i piedi, mentre Ezio aizzava lo stesso (cane) a mordere il Dijjei. Detto fatto, Argo si sbranò il piede destro. E quando era ancora un cagnolino (lui di taglia piccola dimensionato secondo gli spitz) è immancabilmente diventato Argolino, e poi Argoletto, e di seguito Argoletto-Pargoletto, così senza colpo ferire è diventato ovviamente Mirgolo.

Meglio noto come Mirgolo imperversò per tutta la durata del mio liceo e dei primi anni di università nella terrazza in cui capitava ogni tanto che si fumasse qualche canna. Così Mirgolo diventò attrazione giocherellosa e degna di carezze e strambezze, anche complici i fumi tossici. Pare che abbia consumato un rapporto sessuale completo con il mitico Polpaccio di Sahitta, che da allora è gravido di un cane che salverà il mondo quando l'inghilterra sarà in pericolo.

Argo è altresì ghiotto di preservativi, e caccia le sue prede con grande maestria. Un giorno fui rimproverato da mia sorella che trovò un preservativo nella sua stanza, ed il margolo in posizione quaglietta sfingiata che proteggeva il suo totem mistico osceno. La posizione a quaglietta sfingiata è anche consigliabile per le compagne che siano elastiche ed un po' altère. Ed è una delle più importanti caratteristiche del Sàrgolo, da adesso in poi meglio noto come Maizo.

Il Maizo infatti è un incrocio fra un rottweiler ed un volpino (astenersi battute, non so quale fosse la madre). Il che lo fa abbaiare spesso come un volpino e con un vocione da rottweiler. Ma soprattutto fà sì che spinga le sue zampine all'indietro proprio a mò di quaglietta per ricercare il fresco sul pancino. Argo è anche un totem di balla coi lupi. Lui è un calzino e mezzo calzino e uno sputo di calzino. Tutto nero tranne il petto possente e questi frammenti di calzino.

Quando mio padre lo portò in casa, nascosto nel bavero del giaccone, nessuno avrebbe potuto immaginare che pisciasse così tanto. Ma egli è un piscione maniaco. Cosa che lo rende ovviamente inviso alla mamma, costretta ad inveire rinominandolo per la centesima volta bestia immonda. Questo non deve fargli particolare piacere, perchè usa abbassare le orecchie, o meglio, un solo orecchio (triangolare come la testa) nella classica posizione testa fra le zampe, che in alto-margoliano è nota come posizione del grasso verme orecchioluto.

Il Margolo è anche un gatto ed all'occorrenza uno struzzo. Fa le fusa ed ama nascondere la testa sotto le lenzuola. Nel caso è nata la prima legge margola che recita: " laddove ci sono due o più persone strette in atteggiamenti d'affetto il margolo giunge, s'intrufola, e richiede" cui segue il corollario margolo "non si può resistere all'espressione carezzinorichiedente".

Argo è un imbecille. Quando prova a fare una cosa e non ci riesce, come saltare sul divano, cade caracollando e si allontana sculettando. Potesse, fischietterebbe affettando indifferenza. Ma non può, quindi si limita, se adeguatamente spronato, a danzare la danza dell'orso, una canzone che recita più o meno così "Questa è la danza dell'orsetto che viene giù dal tetto, per ritrovar la sua codizia che ha perduto un dì, lirulirulì", e nel frammentre il cuzzo (con la U) del maizo va spiaccicato.

Il Cuzzo è una parte del corpo che ha solo Argo e corrizponde alla fine della coda dove si interseca nelle chiappe. Un'altra parte del corpo che ha solo lui sono le famosissime Pompille, ovvero quel brandello di pucciosità che si mette in moto fra nari e baffi allorquando il maizo sta annusando un gelato al piede. Bene, è più o meno tutto. Non volevo essere melenso, e spero di esserci riuscito. UUUUUUU

18.4.08

Canzone Giocattolo

SilverJulio mi ha dato un parziale ok a che io lasci che si possa sentire la canzone da lui cantata e musicata, che ha per testo una parte di una mia poesia. Io devo dire che la prima volta che l'ho sentita mi sono venuti i brividi, sono veramente molto contento di questa cosa, sia perchè SJ è uno dei miei più vecchi amici, sia perchè in verità credo che la poesia in questione sia una delle mie più belle.

Bè, ciancio alle bande, la poesia è questa.

E la canzone, che è solo una prima prova, una registrazione giocattolo, che migliorerà perchè è ancora in fieri è qui

16.4.08

Innuendo

Ovverosia insinuazioni.


Attraverso il dolore e tutto attraverso il nostro splendore, non offendetevi per questa mia insinuazione.

Ha un che di Shakespeariano, questa sententia di Freddie Mercury (anche se forse è di Roger Taylor).


Ci vuole pelo sullo stomaco per riuscire a non offendersi e prendere le provocazioni oppure le insinuazioni come delle opportunità di crescita, di sfida e di miglioramento.

Ed ogni volta che questa cosa accade, che queste opportunità si presentano, che le sfide si incontrano, si è tentati di prendere il modello di riferimento come semplicistico bianco e nero.


Del tipo mi ispira la sfida (troppo spesso per un capriccio), allora la colgo, ed in pratica l'ho già vinta (e questo è il bianco)
Oppure questo scalino è troppo alto, mannaggia alla pupazza, ma perchè tutte a me, mannaia a sahittha, e non c'è possibilità di vittoria (e questo è il nero)

O porca miseria! e se ci fossero tipo settecentomilaquarantadue grigi diversi fra il bianco ed il nero? Cavolo allora alla possibile risposta di tipo logico (sì, mi sto fissando) on / off (bianco / nero, Sì / No, Bene / Male, Vaniglia /Cioccolato, Coca / Pepsi) si aggiunngono tante altre possibili risposte sfumatura! Per coglierle serve una sensibilità capace di recepire la differenza di chiaroscuro, e per elaborare una risposta al segnale necessest una raffinatezza che è un effetto, ma mi secco di spiegare l'archetipo. Anzi, mi siddìo.


Favoloso, a parte sì e no si può dire anche forse ed addirittura dipende! Oltre a coca cola e pepsi cola ci sono osso duro e vaffanculo, e così la monodimensionalità di scelta (e quindi di vita) cui è costretto chi si assiepa dietro il bianco e nero (pur ottimo dolce della pasticceria Crupi, via C.Battisti messina) si sventaglia in una bidimensionalità che ha lunghezza e larghezza.


Aggiungiamoci per estensione la terza dimensione del colore ed ecco che non possiamo esimerci da vedere dinanzi a noi un cono d'arcobaleno, intorno alle persone un'aura cangiante, nei piatti una torta millefoglie con uno strato di vaniglia, uno di cioccolato e poi panna e crema chantilly, fragoline e kiwi, ananas e pistacchi (mmmm, pistaaaaacchi, sbav).


Bellissimo, e quindi ce la sucano, no?


Si può essere ciò che si vuol essere, basta dirigere sè stessi in quel che si desidera divenire.


le frasi in corsivo e l'illustrazione provengono da Innuendo, l'album dei Queen del 1991. Io li amo, spero che non mi denuceranno.

12.4.08

Caro Amico

Caro amico, ti scrivo, e così, come è ormai d'uopo per questo incipit, mi distraggo un po'. Non sono andato via, non sono nascosto, passo sempre qui, e sono legato a questo posto ed al rapporto che avevo instaurato con alcune splendide persone che ogni tanto passavano anche loro di qui.

Ma sono sotto shock.


Non è una crisi comunicativa da rigetto, come mi capitano ogni tanto, e in realtà andrebbe anche tutto bene, o asintoticamente bene per dirla alla maniera ingegneristica.

Vorrei una camicia nuova.

Sento il mio karma un po' scarico, come bipolare, come se una rete che avesse sei punti d'aggancio ne avesse perduti due, ed io fossi in mezzo stanco e nervoso che faccio evoluzioni.

Ho spento un principio d'incendio nel parco, qualche tempo fa, e la cosa mi aveva provocato autocompiacimento.

Non avevo mai avuto questo sentimento prima in tutta la mia vita, ed è brutto, e un po' lo temo. Non che io non possa portarlo con me, tanto diversamente non è possibile. Ma odiare... che shock.

Domani si vota, e sarò costretto a farmi schifo ancora una volta. Odio le x, mettere le x sopra alle cose.

Tutto per colpa di Agape. Un sentimento che invece che donarti risposte ti dona domande. Un sentimento che non soddisfa, ma che chiede, e per il quale l'illogico ed il logico possono coesistere statisticamente in uno statuto ontologico quantistico. Una cosa può essere vera e falsa, perchè può essere meno che essere. Esse, in pratica. Una cosa che abbia una esistenza non completa, a prescindere dalle sue qualità. In ciò non esiste qui ed ora, forse semmai dove? e quando? ma soprattutto perchè?

Ovvero, da Werther a un frullatore atomico di cazzate. Il menefreghivo presente del verbo masticare è senza dubbio masticazzi. E quella di qualche settimana fa è stata una delle giornate più belle della mia vita, un'atmosfera speciale in mezzo a tanti amici vecchi e nuovi, in cui il mio malato sentirmi protagonista era fluido e giocoso. E qualche sera fa era stata una delle più belle della mia vita, ma con il gusto di cenere e marcio, in cui il mio rifugiarmi nelle mie capacità era l'unica opzione alternativa all'omicidio multiplo.

Sono cose che ti scaricano il karma. Non voglio lamentarmi, nè parlarne oltre. Anzi... Non voglio. Sono svolontato. Fer portuna (o viceversa) si va a cena con Anto e Fra stasera, ed anche ieri è stata una magnifica serata. Quindi perchè lamentarsi? non ne ho diritto.

Che faccio, mi mbriaco di nuovo? ma ho il fegato ingrossato, beato Tantalo, il suo supplizio almeno lo esimeva da questo. Allora dovrei potarmi la chioma, o ripassare la forma di spada. Perchè non ho una sciabola a casa?

Una mia poesia è divenuta una splendida canzone, si tratta di quella sul demone ricciuto, e devo ringraziare Giulio pubblicamente di questo.

Ho promesso che avrei fatto delle altre rime per una melodia che lui ha già scritto, ma oltre l'inizio mi è piombata l'ispirazione in un buco di potenziale, adesso sarà finita sulla capocchia di uno spillo di un altro multiverso diverso dal nostro, che magari non avrà la forma di un polpo, come questo, ma che so, di Anatra. Laccata, magari. Un multiveLso.

Unusquisque faber...

sortis sit.

Ma questo domani, con fede migliore.