9.3.07

Abisso

Chiare fresche e dolci Anime siamo; di luce rifratte su schermo sul pelo dell'acqua. Ma è specchio a metà, quella! Ospita la vita di tenebra e silenzio nella sua immensità vertiginosa, lei senza tempo. Il moto del suo portatore verso l'abisso è tale da far sì che il cerchio intorno alla sorgente di luce si restringa, visto anche che pressione, calore, lucidità e rifrazione differiscono linearmente. Potrebbe essere un cono di luce, con al vertice il portatore, dall'anima oppressa, congelata, matta. Ma se di tale luce l'anima si ricorda come farla risplendere, come allargarla, quali scorciatoie nelle strutture, quali vie per le elettricità usare affinchè il punto riprenda ad essere cerchio, il cerchio originale, il cerchio che lo ha generato e che è ancora in lui, nel suo moto, nel suo presente; se questo nuovo cerchio abissale, di quell'altro gemello duale con quell'altro si congiunge: che colonna di luce s'innalza?

Non riesco a tirarne fuori più di due versi per adesso. Ma il suo destino è quello.